Festa dei Santi e il ricordo dei nostri morti
Carissimi,
Il calendario ci consegna la Festa dei Santi e il ricordo dei nostri morti.
È importante per noi cristiani il ricordo, la memoria, la visita ai nostri morti perché i giusti non devono essere dimenticati, i nostri morti sono il patrimonio più grande della nostra famiglia, sono la nostra vera eredità.
Quando una persona muore, se gli abbiamo voluto bene, tanto è l’amore che abbiamo provato per lui o per lei tanto è la sofferenza al momento della morte.
La morte è l’affare più serio della nostra vita.
La fede cristiana ci aiuta attraverso la professione di fede che ci fa dire: credo la risurrezione dei morti.
Sembra qualcosa di impossibile, ma la resurrezione insieme alla vita eterna ci permettono di non essere schiacciati dalla morte ma di mantenere intatta la speranza.
Quando una persona muore il suo corpo viene sepolto o cremato, tuttavia noi crediamo che per questa persona esista una vita dopo la morte.
Nella sua resurrezione Gesù ha vinto la morte e la sua parola è degna di fede: “Io sono la resurrezione e la vita chi crede in me anche se muore vivrà”.
Desiderio del credente è quello di vedere Dio e per vedere Dio bisogna proprio morire, solo così saremo al suo fianco nel cielo.
Il tempo per cercare Dio è quello di questa vita, il momento di trovare Dio è quello della morte, il tempo di possedere Dio è l’eternità, così diceva un grande Santo S. Francesco di Sales.
Come avverrà la resurrezione del corpo è comunque un mistero, ma ci può aiutare un’immagine: dando un colpo d’occhio ad un bulbo di tulipano non potremmo mai indovinare in che splendido fiore si trasformerà nel buoi della terra, allo stesso modo non sappiamo nulla dell’aspetto futuro del nostro nuovo corpo eppure S. Paolo è certo: è seminato nella miseria risorge nella gloria”.
La morte è momento di paura ma ci fa ancora più paura la sofferenza possiamo superare il tormento della sofferenza e della morte con un passaggio spirituale comunque non facile da compiere cioè unirci al sacrificio di Cristo sulla croce.
Cari fratelli e sorelle andando al cimitero guardiamo gli occhi dei nostri morti, ci accorgeremo che continuano la loro presenza in mezzo a noi, come dico spesso i nostri morti ci vengono tolti dagli occhi, ma vengono messi nel cuore.
Ecco perché continuiamo a renderli presenti ad amarli e anche a soffrire per loro nonostante li pensiamo felici accanto a Dio.