2° domenica d’ Avvento
Carissimi,
siamo in una società che cambia e cambia velocemente, c’è una continua evoluzione e sotto certi aspetti anche una involuzione. Negli anni è profondamente mutato lo stile tra persone e lavoro, tra aziende e lavoratori, tra Stato e cittadino, tra Chiesa e credente. Ci siamo battuti sul rivendicare diritti individuali, qualche volta veri e qualche volta presunti tali, oggi c’è una maggior consapevolezza riguardo alla tutela della salute, forse anche del diritto alla vita e qualche volta si ha l’impressione che noi vogliamo decidere sul nascere e sul morire. Siamo di fronte a dei cambiamenti reali, la politica come anche la morale fanno fatica a tenere il passo. Anche nello Stato siamo passati da una politica senza alternanze nella prima repubblica a un bipolarismo muscolare nella seconda e ci avviamo, così ci dicono, a una terza repubblica caratterizzata dall’elezione diretta del Presidente del Consiglio. Abbinata all’autonomia regionale differenziata, con tutte le incognite e le perplessità che questi due progetti presentano e sollevano. Una cosa è certa, non ci ascoltiamo più, il Parlamento funziona così così e tutti i Consigli fanno fatica a dire qualcosa. Vorremmo rimanere umani, con una moralità che cammina al passo dei tempi, con un saperci ascoltare che è sempre necessario mai superfluo, con il saper governare sempre con spirito di servizio, con l’essere capaci di sostenerci gli uni e gli altri e soprattutto essere capaci di sostenere i più deboli, i più poveri, i più fragili.
Gesù non viene per chi sta bene, chi sta bene non ha bisogno del medico, Gesù viene per il malato.
Buon avvento!