Una comunità è viva, quando si tengono bene persone e cose
Carissimi,
una comunità è viva, quando si tengono bene persone e cose.
La comunità non è solo il luogo delle chiacchere, ma esiste perché si discute e si opera, si fa.
Non esiste un lavoro intellettuale e un lavoro manuale, esiste che uno da quel che può, perchè la comunità, il vivere insieme possa soddisfare l’appartenenza.
È importante che si riconoscano i lavori unici ma preziosi degli altri, ed è importante che nella comunità ci sia gratitudine per quel che uno fa, non deve mai mancare il sorriso e il grazie, in quello che uno fa per gli altri bisogna metterci il massimo dell’impegno e tutto deve essere orientato all’incontro con gli altri e con Dio.
Non sempre si possono fare cose straordinarie, ma sempre dobbiamo fare l’ordinario con un amore straordinario che esce dal nostro credere in Dio, uno quel che fa lo fa proprio perché crede.
Sono importanti i grandi progetti, ma guai se mancano i piccoli gesti di amore nella comunità ci deve essere il gusto delle cose ben fatte, compiute nell’umiltà.
La comunità non è il luogo dei problemi e del tentativo di risolverli, ma spesso è il luogo dove si impara a stare con serenità, pace e gioia, una comunità si identifica la dove c’è fedeltà, amorevolezza, umiltà, perdono, delicatezza e accoglienza.
Non si può vivere sempre di ferite procurate in nome della verità, noi sappiamo che la verità è importante, ma come dice S. paolo il primato è della carità.
Noi dobbiamo avere il piacere di stare insieme, tutte le nostre chiese sono dotate di un sagrato o di una piazza, perché ci si possa fermare a scambiare quattro parole al termine delle celebrazioni, tutte sono dotate di bar, perchè si possa bere un caffè insieme e possa così crescere stima reciproca e cordialità.
Per crescere come comunità che guarda a Dio è importante anche che quando entro in chiesa possa trovare silenzio e pace, la nostra tradizione cristiana ci raduna per le celebrazioni ma ci viene consigliata anche la visita al SS. Sacramento.
Il fermarci ad accendere un cero e a dire una preghiera ci può solo fare del bene, il cristiano non vive solo di parole o di teorie.
Spesso noi facciamo sempre le stesse cose, ma questo non ci deve spaventare, il Vangelo è bello e allo stesso tempo semplice, perché tutti lo possano capire, si gioca tutto su tre verbi: pregare, amare, perdonare.
Se non preghi è difficile poi amare e perdonare. Noi credenti dobbiamo vivere con la consapevolezza che quando preghiamo ogni giorno, andiamo alla S. Messa almeno alla domenica e facciamo qualche gesto di carità, facciamo sì che rientriamo nell’ordinario, non sono cose straordinarie.
Sono straordinarie oggi perché nella stagione dei diritti non ci sono più doveri nei riguardi di Dio, ne verso i fratelli.
Carissimi, nel vivere la fede ritroviamo semplicità e questo farà bene anche alla nostra umanità.