Il Papa e la Chiesa non finiscono di stupire

Venerdì, 05 Agosto 2022

Carissimi,  

il Papa e la Chiesa non finiscono di stupire. Settimana scorsa il Papa si è recato in pellegrinaggio  in Canada per mettere a nudo le colpe di un mondo occidentale di cui è stata partecipe anche la Chiesa che ha umiliato i popoli indigeni del luogo. Nei discorsi del Papa non è mancata l'accusa, perché solo con l'accusa si ha coscienza del male e non è mancata neanche la richiesta di perdono per quanto è successo.

Il Papa poteva appellarsi al fatto che era un tempo così, non lo ha fatto, si è caricato delle responsabilità che anche la Chiesa ha avuto nel martirio dei popoli indigeni e con coraggio e umiltà ha chiesto perdono. Non per cancellare quello che è successo, ma perché non capiti più. Papa Francesco ha fatto i compiti con le responsabilità della Chiesa nel "Genocidio culturale" delle scuole residenziali dove bambini strappati ai genitori attraverso abusi, malattia, fame e botte si tentava di dare nuova identità, questo ha causato almeno 4000 morti. E' stato "viaggio penitenziale" così il Papa ha definito la sua 37° visita apostolica internazionale. Il Papa aveva già incontrato a Roma per 5 volte i nativi, compresi quelli che furono costretti a frequentare le cosi dette scuole residenziali spesso, ma non solo, gestite da Istituti religiosi cattolici. Con coraggio il Papa ha esplicitamente parlato di "genocidio culturale", bambini costretti ad abbandonare la propria famiglia, a non parlare la propria lingua, a dimenticare le proprie radici, centinai di migliaia di bambini sono stati obbligati a cambiare usi e costumi imposti dal governo. Il Papa ha dato anche un titolo a questo pellegrinaggio penitenziale: "E' il momento di camminare insieme" e lo ha fatto mettendosi sotto la protezione di Sant'Anna, la mamma di Maria, per sottolineare quanto è stato duro allontanare questi bambini dalla loro casa. Il Papa è arrivato in sedia a rotelle e si muove faticosamente anche con il bastone. Ma più del dolore al ginocchio è forte la volontà di riprendere il cammino, insieme con i Vescovi Canadesi, che si stanno dando da fare, dopo che lo scorso anno son state trovare le fossi comune con i resti di questi ragazzi, per dare un nome e una identità a questi bambini vittime di un grande terrore. Dobbiamo essere orgogliosi come cristiani di quanto ha fatto il Papa perché non dobbiamo mai essere più complici di genocidi culturali, la Chiesa proprio perchè cattolica è universale, non è occidentale o orientale, è di tutti e per tutti.  Purtroppo però queste forzature sui bambini avvengono anche oggi in tanti posti del mondo e sono avvenute soprattutto là dove per tanti motivi è mancata la libertà. Dobbiamo avere il coraggio però che non manchi mai "la verità", non per farci del male a guardare indietro ma per farci del bene a guardare avanti.

Qui nel mondo c'è ancora molto da fare.

 


don Luigi Caimi


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