MEDITAZIONE sulla MORTE
MEDITAZIONE sulla MORTE
Carissimi,
questa che si apre è una settimana importante sia per la fede che per gli affetti, entriamo infatti nella settimana dei morti e dei santi. Questi santi che celebriamo sono ancorai nostri morti, quelle persone che ci hanno insegnato a vivere da cristiani e da uomini e donne. Per noi uomini la nascita, la vita e la morte sono il percorso della nostra vita, ma nella nostra cultura non sono sullo stesso piano, normalmente della nascita e della vita si parla, la parola morte invece si tende a non pronunciarla, temiamo che pronunciarla significa renderla presente tra noi. Una cosa è certa in questi decenni abbiamo smarrito il senso della vita e così abbiamo perso il senso della morte anche perchè abbiamo tolto Dio. L’impressione è che noi respingiamo la realtà della morte, perché rifiutiamo di riflettere sulla realtà della vita. La morte non è qualcosa d’altro rispetto alla vita, ne è la conclusione, non ci confrontiamo più sul senso della morte, perché non ci confrontiamo più sulla vita. Il nostro modo di vivere ci ha tolto Dio e ci ha lasciati disarmati nei confronti delle questioni ultime. Certo che noi siamo per la vita, ma dobbiamo affrontare il tema della morte, noi siamo dei viandanti sul confine tra l’aldiquà e l’aldilà. Perdere Dio, ci rende incapaci di dare senso alla vita, perdere i nostri morti vuol dire far diventare difficile anche la distinzione tra i bene e il male. Il Vangelo di Gesù ci suggerisce comportamenti virtuosi che servono per combattere il male. Oltretutto perdendo la fede ti manca una famiglia più grande, la morte e spesso conosciuta ormai solo nella ristretta cerchia delle relazioni del defunto. Il dolore, il rammarico, la rabbia, la solitudine non sono più condivise, rimangono nella sfera del privato. Noi viviamo in una società violenta, guerre, omicidi ci mettono a contatto con la morte, dobbiamo porci la domanda di ciò che avviene dopo la morte. La nostra fede ci dice qual’è qualità del dopo morte e la fa dipendere dalla qualità della vita vissuta. Cari fratelli e sorelle novesi dobbiamo cercare di avere cura della nostra vita, delle relazioni famigliari e sociali, dobbiamo essere impegnati nel bene, dobbiamo ritrovare Dio e la semplicità della fede per avere una vita buona e per non essere spaventati dall’aldilà e anche per non essere dimenticati che è la cosa peggiore che può capitarci nella morte. Per ricordare i nostri cari defunti non manchi un fiore, non manchi neanche la preghiera, la visita al cimitero e il ricordo nella S. Messa. Vivere bene per morire bene, a Nova quanti uomini e donne semplici, ma santi ho visto morire.
Buone feste dei santi e dei morti!