Non smettere di educare
Carissimi,
purtroppo l’anno nuovo inizia là dove è finito il vecchio.
Le cronache, non solo novesi, parlano di: “Branco in azione”.
Nel secolo scorso, quando ero giovane io, quando si parlava di branco ci si riferiva ai lupi, oggi nel tempo del culto dei cani e dei gatti, quando si parla di branco ci si riferisce ai preadolescenti o adolescenti, ragazzi o ragazze.
Chi li vede in azione dice: ”Mi hanno seguito e poi accerchiato, prima qualche provocazione, poi spinte, calci e pugni arrivando anche a sigarette spente sul volto. Il branco agisce anche su immagini sacre, distrugge macchine, le brucia, taglia le gomme, aggredisce indifferentemente coetanei o anziani.
Cosa pensare? Dove abbiamo o stiamo sbagliando? Certo è che qualche interrogativo la Chiesa, la famiglia, la scuola, il Comune, le Società Sportive ecc….se lo devono porre. Essere rigidi non va bene perché, tutto ciò che è rigido si spezza, si rompe e noi non possiamo correre il rischio di farlo con i nostri figli. Essere altresì troppo morbidi non va bene perché perdiamo il riferimento a una norma condivisa, che qualche volta può essere disattesa, ma la che rimane come riferimento per capire quando le nostre azioni sono normali o anormali.
Cosa fare? Non smettere di educare, ognuno faccia la sua parte. Una cosa è certa l’educazione è una semina che non dà certezza del raccolto ma chiede la cura, la vigilanza e l’attenzione che le piante infestanti non soffochino il bene e il buono.
Si risolverà qualcosa? Io mantengo la fiducia perché nel Te Deum di ringraziamento e all’inizio dell’anno ho ricordato, a voi e a me, che il nostro Vescovo ha chiesto che il 2024 sia l’anno della fiducia