Gesù ci invita al massimo di apertura: “ ero straniero e mi avete accolto”
Carissimi,
in una comunità, in una parrocchia è importante accogliere, guai se si è chiusi, chiusi si muore. Uno deve sentirsi accettato, accettato perché ogni persona è ricca di doni e i doni di ognuno accrescono, arricchiscono l’intera comunità. Accogliere è essere aperti alla realtà così com’è, per accogliere non dobbiamo vivere nella paura dell’altro. Gesù ci invita al massimo di apertura: “ ero straniero e mi avete accolto”. Ogni persona che bussa per entrare, disturba, non lo conosciamo, spesso ha un’altra cultura, un’altra fede. Per noi cristiani quando uno bussa, se lo facciamo entrare deve sentirsi a casa sua, a suo agio, non va subito caricato di giudizio e di impegni. Accogliere è sempre un rischio, ma noi dobbiamo continuare a camminare e camminare vuol dire uscire da ogni tipo di egoismo. L’accoglienza è uno dei segni di una comunità viva, è segno di assenza di paura, ed è vangelo vivo. Una comunità deve essere attraente, e si diventa attraenti quando si vive una bella fraternità, fatta di gratuità e di servizio. Se non si vive così, una comunità muore, il passato crea nostalgia, il presente deve dare gioia. Certo si accoglie quando si ascolta e l’ascolto deve essere reciproco, in comunità ci si ascolta per vivere nella pace e nella preghiera, è nella preghiera che si deve chiedere il dono dell’accoglienza. Nell’accoglienza è importante accogliere la persona, non il suo servizio, il servizio verrà dopo, perché una fede senza le opere è morta. Chi viene porta le sue qualità, i suoi doni, ma anche i suoi difetti e tutto questo modificherà la stessa comunità. Oggi le nostre comunità hanno pochi che bussano per entrare, hanno invece sempre qualcuno che esce e questo preoccupa. Ci sono degli ingressi pensate atutte le famiglie che fanno battezzare un bambino, ma chi ha la consapevolezza che con il battesimo uno entra in una comunità più grande della famiglia e che è la parrocchia. Perché uno esce? Perché trova difficoltà nella fede o perché è in difficoltà con gli altri? Oppure se ne va senza motivo e questo è ancora più grave. Uno non deve uscire perché emarginato o perché nessuno si interessa a lui, ieri uno usciva perché non condivideva la morale, per questioni politiche, oggi perché uno esce? Non per la morale, non per la politica, perché uno esce? Uno esce perché non ha incontrato, soprattutto perché non ha incontrato Lui cioè il Signore. Se uno non incontra il Signore, non ha un maestro, non trova una comunità e quindi si perde.
Cari Novesi ritroviamo il Maestro, il suo Vangelo, la bellezza di vivere insieme gli uni accanto agli altri, con difetti e pregi, ricchezze e povertà che ogni persona porta con sé. Ritroviamo perseveranza e gioia per non impoverire la nostra comunità e perché questa possa essere sempre attrattiva.
Nova ha bisogno di una comunità cristiana forte, aperta e solidale.