Don Carlo Gnocchi
Carissimi
in edicola troverete con Famiglia Cristiana un libro che parlerà di Don Carlo Gnocchi, sacerdote ambrosiano poi cappellano del corpo degli alpini, per me una figura straordinaria di prete e di uomo. I suoi scritti sono ancora attuali, sono pieni di emozioni, narrano gli orrori della guerra e della ritirata di Russia, guerra e ritirata voluta da un nazionalismo esasperato che si credeva invincibile e che ha causato all'Italia milioni di morti e di ferite non ancora rimarginate. Infatti persiste in Italia una litigiosità ideologica senza pari, eppure uomini come Don Carlo dicevano che alla fine della guerra non si dovevano ricostruire solo le case sventrate dalla bombe, non solo si dovevano far vivere alla meglio feriti e amputati, anche bambini, ma si doveva ricostruire una coscienza nuova, e questo forse non è ancora avvenuto. Il libro che diventa il suo testamento è: "CRISTO CON GLI ALPINI" . Nel libro si trovano testimonianze straordinarie, alcune frasi ve le scrivo perché meritano di essere fissate nel nostro cuore e nel nostro sguardo:
"In quei giorni fatali posso dire di aver visto finalmente l'uomo, l'uomo nudo, completamente spogliato, per la violenza degli eventi troppo più grandi di lui da ogni ritegno e convinzione, in totale balia degli istinti più elementari paurosamente emersi nella profondità dell'essere…
Eppure in tanta desertica nudità umana, ho raccolto anche qualche raro fiore di bontà, gentilezza e d'amore, (soprattutto dagli umili) ed è il loro ricordo dolce e miracoloso che ha potere di rendere meno ribelle e paurosa la memoria di quella vicenda disumana. La Russia è, comunque e da sempre, una terra infausta agli Italiani. Una sola forza orienta, ora e per sempre, il nostro cuore verso quella terra remota: Il ricordo e l'impegno verso i nostri morti."
Don Carlo Gnocchi è stato beatificato da Benedetto XVI il 25 ottobre del 2009. "Cristo con gli alpini", non è un opera qualunque, è un atto di fede gettato nella follia della guerra, un gesto di speranza. E' passato un secolo dalla marcia su Roma, sono passati più di settant'anni dalla ritirata di Russia, i nazionalismi ci sono ancora, la guerra da quelle parti c'è ancora, non ci manca niente la storia purtroppo non è maestra di vita.