Era il 31 agosto del 2012 quando nella casa dei Gesuiti di Gallarate moriva il Card. Carlo Maria Martini

Sabato, 03 Settembre 2022

Carissimi, 

era il 31 agosto del 2012 quando nella casa dei Gesuiti di Gallarate moriva il Card. Carlo Maria Martini, nato a Torino il 15 febbraio 1927.

Il Cardinale è stato un grande biblista e un grande esegeta ed è stato mandato come Arcivescovo di Milano da Giovanni Paolo II nel febbraio 1980 e rimase a Milano come Vescovo fino al 2002.

È stato un uomo di grande cultura teologica, nella linea del Concilio Vaticano II° promosse il dialogo tra le religioni a cominciare dall'ebraismo.

Fu nominato Arcivescovo di Milano il 29 dicembre del 1979 venne consacrato Vescovo dal Papa il 6 gennaio successivo.

Fece scalpore il suo ingresso a Milano, quando a piedi attraversò la città con il Vangelo in mano, sottolineando così quello che poi sarebbe stato il suo metodo pastorale, mettere al centro di tutto la parola di Dio.

Arrivò a Milano in una città ferita dal terrorismo, e infatti nel suo primo anno da Vescovo caddero uccisi il magistrato Guido Galli e un giornalista del corriere della Sera Walter Tobagi, nei confronti dei terroristi tentò sempre un dialogo che portasse al ritrovare una situazione di pace civica.

Per formare il credente e l'uomo due iniziative che hanno lasciato a quel tempo il segno, sono state la scuola della parola che voleva insegnare a pregare con la lectio divina, e la cattedra dei non credenti e il dialogo con l'Islam.

Divenne cardinale nel 1983, e presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa nel 1986.

Continuò nei discorsi alla città nella festa di S. Ambrogio, occasione creata dal suo predecessore il Cardinale Giovanni Colombo, significativo tra i tanti fu il discorso alla città del 1990 dove stupì tutti dedicando l'intervento al tema civile e religioso del rapporto tra i milanesi e l'Islam, raccomandò alla città in vista di una necessaria integrazione di trasmettere con forza ai nuovi venuti la consapevolezza di non potersi appellare ai principi della legge islamica per ottenere spazi e prerogative specifiche in un regime di laicità, sollecitando l'accoglienza e il dialogo.

Nel 1993 convocò il 47° sinodo diocesano che si concluse nel 1995, vi partecipai anch'io, è stata un'esperienza di chiesa singolare e molto bella.

Diede grande impulso all'ecumenismo, tanto da sollecitare a Milano la fondazione del consiglio ecumenico delle chiese cristiane, guardando sempre con particolare attenzione i rapporti con l'ebraismo.

Nel 2002 come raccomanda il codice di diritto canonico al compimento del 75° anno di età le sue dimissioni da vescovo di Milano vennero accettate, si ritirò a Gerusalemme perché questo era il suo sogno di credente e di biblista.

Tornò in Italia ormai malato nel 2008.

Tra le altre cose fece scalpore una sua intervista dove diceva che la Chiesa era rimasta indietro di 200 anni, il mondo si è mosso, è cambiato, ha suscitato nuove possibilità, ha creato nuovi bisogni, noi uomini e donne di chiesa siamo ancorati a modelli umani del passato. In questa logica questa intervista di Martini lascia a noi oggi una domanda fondamentale alla quale facciamo fatica a rispondere ed è: "alle nuove generazioni quale chiesa vogliamo lasciare, una chiesa stanca come è ormai la chiesa nel mondo del benessere oppure una chiesa vitale? risposta difficile perché l'uomo delle terre del benessere ha trovato un altro Dio, un altro modo di stare al mondo, l'uomo del benessere è più affascinato dai diritti che dai doveri e allora cosa c'entra Dio con le nostre terre del benessere?

 


don Luigi Caimi


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