In questi giorni più volte abbiamo sentito dalla televisione e letto sui giornali di venti di guerra...
Carissimi
in questi giorni più volte abbiamo sentito dalla televisione e letto sui giornali di venti di guerra che sembravano cose e modi di dire e di fare del secolo scorso. I termini, truppe, bombardamenti, invasioni, che pensavamo aver consegnato per sempre alla storia tornano improvvisamente di grande attualità. Non importa se la pandemia imperversa ancora in quei paesi, non importa se siamo diventati più fragili, non importa; al tiranno, importa sempre aver più terra, per allargare i suoi possedimenti, per essere più forte, per farsi temere dagli altri. Basterebbe la parola di Dio per renderci saggi, perché ci dice che alla fine saremo tutti uguali grazie alla morte.
Nessuno porta nella tomba soldi, titoli o terre, neanche il tiranno, perché la cassa non ha tasche. Quello che fa specie e che il tiranno ha sempre un seguito, non è mai solo, riempie le piazze e trova sempre sponda anche di uomini politici da poco, che non sanno leggere la storia. Quello che ci fa piacere come cristiani è che i Papi sono stati , in questo ultimo secolo, instancabili maestri di pace. Oggi le parole e i gesti di Papa Francesco si inseriscono in quel solco tracciato dai suoi predecessori. Vorrei ricordare nel 1917 quando Benedetto XV definì la guerra una "inutile strage" Le sue parole non furono accolte da nessuno, anzi avevano tacciato il Papa di debolezza e di incapacità. Viene in mente anche il radiomessaggio di Pio XII del 1939 alla vigilia del secondo conflitto mondiale quando affermava "niente è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra" a posteriori diciamo che aveva ragione Lui e alla fine della seconda guerra mondiale abbiamo capito di aver perso tutto. Ci viene in mente anche l'Enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII dove si dice con chiarezza che è già un guaio pensare alla guerra, è contro la ragione. La preghiera del Papa, le sue parole, scongiurarono la così detta crisi di Cuba. Ci viene in mente anche quando Paolo VI andò all'ONU e anche lì il grido "mai più la guerra, mai più la guerra".
Giovanni Paolo II nel suo lungo pontificato ha dovuto affrontare molteplici crisi internazionali, ma mai ha smesso di invocare sempre una soluzione pacifica. E' destino che nel mondo ci siano tiranni, ci siano guerre, ma è saggio invocare la pace, cercarla ad ogni costo e certamente non applaudire il tiranno di turno che fa la guerra. Siamo vicini al popolo Ucraino, come a tutti quei popoli che dominati da tiranni subiscono la guerra.