“Giornata degli ammalati”
Carissimi,
l’11 febbraio è il giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes, e fu S. Giovanni Paolo II a indire che tale giorno fosse la “Giornata degli ammalati”.
Tra le esperienze della vita che segnano di più c’è certamente quello della sofferenza; che altera l’equilibrio della persona, della famiglia, ci mette in una situazione di grande insicurezza e non nascondiamocelo, anche di paura. Qualche volta si chiede aiuto perché ci si rende conto che da soli non bastiamo per affrontare gli appuntamenti medici, e quella sofferenza interiore che ci rende tristi. Il Papa, parlando di questa giornata, ci ricorda che “non è bene che l’uomo sia solo” ricordandoci che qualche volta la cura della malattia passa anche attraverso la cura delle relazioni. Noi siamo immersi in una cultura individualista, ma guai se restiamo senza relazioni, non c’è mai un tempo in cui noi possiamo fare a meno degli altri e certamente non nel tempo della malattia. La prima cura a cui dobbiamo sottoporci è quella della vicinanza che diventa compassione e tenerezza. Guai se in questo mondo individuale e senza Dio perdiamo anche compassione e tenerezza; certo per mantenere questi atteggiamenti è necessario che noi riconosciamo nell’altro il nostro prossimo, cioè un fratello, per far questo però è sempre necessario avere un padre ecco perché Dio è necessario, perché non si può vivere senza padre e non si può vivere senza fratelli; nel bisogno se non li hai sei solo! la malattia più grande è la solitudine e questa ti assale soprattutto quando sei fragile.