Padre Giuseppe Monti
Carissimi
In questa settimana vi parlo di Padre Giuseppe Monti.
Per la verità lui era di Sesto San Giovanni ma la sua mamma era di Nova Milanese e così passava tanto tempo dai nonni qui a Nova e ha ancora dei parenti qui a Nova. Padre Giuseppe Monti figlio di Enrico e di Cleofe Scurati, nato a Sesto San . Giovanni il 28 aprile del 1908 entra nel Pime a Monza il 28 ottobre 1926, fu ordinato sacerdote a Milano il 22 settembre 1934. Partì per Weibwei (Cina) il 9 agosto 1935, fu espulso dopo la rivoluzione Maoista nel 1951 , lavorò a Vicenza e a Sassari. Dal 1962 al 1984 fu segretario di S. E. Monsignor Gaetano Pollio, prima a Otranto e poi a Salerno, morì a Rancio di Lecco l'8 novembre 1988 . La sua missione fu la Cina e attorno a lui c'era un grande fervore di opere, nonostante l'incomprensione delle autorità locali, la diffidenza dei pagani, l'opposizione dei protestanti, la miseria del popolo, la scarsità dei mezzi a disposizione. In quel tempo i briganti, che non erano altro che ladri militarmente organizzati, avevano un quartiere generale proprio nel distretto di T'ang-yn . Questi impaurivano la popolazione e davano fastidio ai missionari con saccheggi e devastazioni. Padre Monti riuscì per qualche tempo ad assicurarsi il loro rispetto e protezione per aver guarito con le sue medicine, un generale-brigante, che era ricorso a lui per una grave infezione viscerale. La situazione cambiò totalmente dal 1937 in poi quando i Giapponesi iniziarono l'invasione di diverse province della Cina, compresa quella del Honan. Ci furono allora bombardamenti, distruzioni, morti e tantissimi profughi che cercavano asilo nella missione. Ma anche in questa terribile situazione Padre Monti riuscì a salvare il salvabile quando offri ad un ufficiale giapponese una penna d'oro (regalo della sua prima Messa) in cambio di vettovaglie per gli orfani e i profughi e una discreta protezione. Finchè duro il patto di alleanza militare fra il Giappone e l'asse Roma Berlino, i missionari italiano poterono continuare il loro apostolato con buoni frutti, ma giunti al 1943 i missionari italiano per i giapponesi da amici divennero nemici e perciò per 7 mesi furono internato a Sin-Scian. Liberato dall'internamento fu inviato nel distretto di Choi-Ye , al nord del fiume giallo, ma a partire dal 27 giugno 1945 cominciò la sua triste odissea, con la discesa dai monti delle truppe comuniste. Queste assediarono la città la espugnarono dopo accaniti combattimenti con i soldati giapponesi e arrestarono i tre missionari. All'inizio del 46 inizio la guerra civile in Cina e andarono i missionari a Kaifeng, sede arcivescovile di Monsignor Pollio e lì vi rimasero fino al 1951. Monsignor Pollio fece 4 anni di carcere duro durante il quale subì 32 processi e da lì l'espulsione graduale di tutti i missionari italiani, tra i quali Padre Monti che sbarcò a Napoli il 19 novembre 1951.