OMELIA ARCIVESCOVO DELPINI - mandato ai giovani pellegrini in Terra Santa del 25/06/2018


Comunità Pastorale San Grato, Nova Milanese

Mercoledì, 04 Luglio 2018

OMELIA ARCIVESCOVO DELPINI - mandato ai giovani pellegrini in Terra Santa   Dal 8 al 16 agosto 2018  

Si fa presto a dire partire, ma si parte in tanti modi. 

Come volete partire voi? 

Partivano anche i crociati, i crociati partivano armati, partivano per conquistare quello che era stato conquistato dagli altri, partivano per rispondere alla violenza con la violenza, partivano per difendere il patrimonio, per custodire luoghi santi, preziosi per la fede dei cristiani, esposti agli insulti e alla rovina di fanatici aggressivi. Anche tra i crociati, c’erano dei santi che sono stati benedetti anche loro prima di partire. Ma voi non partite come crociati.

Partono anche i turisti, partono attrezzati di tutto per evitare il più possibile ogni disagio, hanno prenotato tutto per essere accolti, sicuri. I turisti, i turisti partono per curiosare, per quel vedere che serve più a collezionare tipografie, avventure che ad ascoltare quello che hanno da dire le pietre e le memorie della storia, i turisti vedono tutto ma spesso non imparano niente, i turisti sono gente a cui non interessa niente della gente del paese che visitano se non per riportare qualche aspetto bizzarro, qualche paesaggio incantevole, qualche esperienza eccitante ma voi non partite come turisti.

Partono anche quelli che scappano, quelli che non si trovano bene a casa loro, quelli che non sopportano più la loro gente, partono i vagabondi, partono i migranti, partono quelli che a casa loro hanno l’impressione di non avere speranza, di non trovare quello che cercano, partono magari senza sapere dove andare, l’importante è andar via, è lasciare, è smetterla con quella gente, con quella situazione, con quella complicazione, ma voi, voi non partite come vagabondi.

Partono anche i missionari, quelli di cui parla il vangelo che abbiamo ascoltato, partono perché sono inviati, partono perché hanno una missione da compiere, hanno un messaggio da annunciare i missionari, infatti sono partiti dalle nostre terre, i missionari hanno anche loro delle tentazioni, qualche volta partono con la presunzione di essere dei maestri che hanno da insegnare a gente ignorante, di essere uomini e donne che vengono da una civiltà, che devono civilizzare dei paesi retrogradi, eppure partono qualche volta i missionari quasi un po’ complessati, di venire da paesi ricchi per andare in paesi poveri, vedere una parola da annunciare che è estranea alla cultura che visitano. In realtà i missionari partono perché sentono la responsabilità di insegnare il vangelo in ogni cultura, in ogni lingua, in ogni civiltà che può fiorire proprio per il seme gettato, che può dare il meglio di se, non accettando la civiltà degli altri ma accettando il Vangelo, come un seme fecondo che fa maturare la civiltà. Partono anche i missionari ma voi non partite come missionari.

Voi partite come pellegrini, i pellegrini partono per tornare e per tornare diversi. I pellegrini partono perché cercano un tempo in disparte, qualche giorno un po’ speciale, fuori dal quel quotidiano che si ripete e cercano in questi giorni un po’ speciali quella luce che può rendere speciali tutti i giorni. Un tempo che da significato al tempo. I pellegrini cercano un luogo santo per incontrare colui che è santo perché hanno la grazia, se Dio lo concede dopo il pellegrinaggio, di tradurre quelle che sono magari convinzioni che hanno fin dall’infanzia, quelle che sono dottrine che hanno imparato al catechismo per tradurle in un incontro, in una storia, proprio là dove il verbo si è fatto carne. I pellegrini cercano incontri che siano cammini di popolo. Voi non partite da soli ma perché siete stati convocati, non partite per chiudervi in solitudine ma per costruire rapporti nuovi, anche con gli amici di sempre. I pellegrini cercano una parola che gli illumini per muovere un passo verso il futuro, forse anche per prendere una decisione sul loro futuro, cercano una parola che li interpreti per imparare ad avere stima di se, cercano una parola che li corregga, che li converta perché non si spenga quel desiderio di gioia e libertà che arde dentro, una parola che sia come una vocazione. Voi partite come pellegrini purificati da questa intenzione, però siete diversi tra di voi. Forse fare un pellegrinaggio deve anche rispettare la diversità, contemplare quei tempi che aiutano ciascuno, ciascun gruppo ad ascoltare quella parola che si rivolge proprio a loro, per esempio tra voi ci sono dei ragazzi e delle ragazze, ecco, qualche volta i pellegrinaggi sono organizzati come se fosse uguale essere un ragazzo o una ragazza e invece pellegrinare vuol dire anche rispettare dei tempi diversi, avere cura dell’identità, avere dei momenti in cui le ragazze possono sentirsi interpretate dalle figure femminili che presentano, incontrano, di cui vengono gustate le memorie. Le ragazze hanno una loro sensibilità. Forse questa pagina di Osea è interessante per le ragazze perché il Signore chiama il popolo come se fosse la sua fidanzata e dunque con quella dinamica di tenerezza, di amore, di gelosia, di promessa che forse le ragazze possono capire di più. Sono pagine della Bibbia che forse sono più adatte alle ragazze e i ragazzi, i ragazzi partono come ragazzi, hanno le loro caratteristiche tipiche si lasceranno interpretare di più dai personaggi maschili che incontreranno, di cui sentiranno parlare, avranno bisogno di tempi diversi che forse queste figure dei discepoli mandati così senza niente che li rassicuri no? senza bisaccia, ne cintura, ne denaro, forse potranno interpellare in modo specifico i ragazzi, ma questo è solo un esempio. E rispettare le differenze anche quando si parte insieme, di aver cura che ciascuno possa ascoltare la parola che è rivolta proprio a lui, proprio a lei. Che magari ha 19 anni, chi magari 20, magari 25… anche la differenza di età richiede un po’ di rispetto per i tempi diversi e le sensibilità diverse. Ecco partono i pellegrini. Non come crociati, non come turisti, non come vagabondi in fuga, non come missionari ma come pellegrini, partono per tornare. Ebbene questo mi auguro: tornate diversi da come siete partiti, più contenti, con maggior stima di voi stessi, custodendo quella parola che in tutti quei giorni voi avete sentito proprio per voi, proprio come una vocazione che vi viene rivolta, partite dunque come pellegrini e tornate diversi a Dio piacendo.

 

 

 

       



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