Non basta reintrodurre il decreto "l'educazione civica" bisogna formare una coscienza
Carissimi
Anche l'estate, seppur tempo di vacanza, porta sempre qualcosa di curioso che ci può aiutare a vivere e a vivere meglio. E' stato così per la vittoria agli europei che ha dato vigore alla coscienza di un popolo, all'importanza di essere una comunità, all'importanza del noi rispetto all'io, perché quando si gioca a calcio, non manca l'io, ma se l'io non diventa noi è difficile vincere. In questi giorni di calda frescura sul Corriere della sera, giovedì mi è capitato di leggere un articolo di Ernesto Galli Della Loggia che leggo sempre con molto interesse non tanto perché la pensi sempre come lui ma spesso perché socialmente su temi educativi mi aiuta. In quell'articolo si diceva che i giovani non dovrebbero essere adulati e compiaciuti perchè è il modo più sicuro per rovinarli. I giovani vanno educati ad uscire, vanno condotti fuori, l'educazione infatti non è incensazione ma è crescere, acquisire dei diritti e dei doveri che ci fanno vivere in una società, questo disgraziatamente è proprio ciò che le nostre società, a cominciare dalle famiglie, non riescono più a fare. Non sappiamo più educare le nuove generazioni, dare loro un retroterra cioè una storia di popolo e di famiglia e quindi dare senso all'oggi e soprattutto al domani. Gli anni della giovinezza sono gli anni in cui si devono dare contenuti positivi in attesa e nella speranza che gli anni di apprendistato che essi vivono diventino lavoro, studio, famiglia, vocazione eccc….Siamo incapaci di fare qualcosa del genere, stiamo crescendo una generazione con uno spaventoso vuoto educativo, soprattutto riguardo ai valori, quale famiglia riesce a passare i valori in cui lei crede? Come dimostrano ogni giorno le cronache abbiamo tanti giovani che si fanno riconoscere per la loro insubordinazione distruttiva, dove c'è anche un evidente carico di disperazione. Nessuno oggi riesce a dare maturità, padronanza di sé, consapevolezza degli obblighi della convivenza sociale che sono necessari per vivere in una comunità. In una situazione così non basta reintrodurre il decreto "l'educazione civica" bisogna formare una coscienza, plasmare un carattere, sapere che cosa è bene e che cosa è male. E' illusorio pensare che la chiave dell'educazione sia "l'insegnamento di democrazia", ognuno deve fare il suo mestiere, cominciando dalla scuola, dalle società sportive, dalle parrocchie, dalla famiglia. La scuola è nata per istruire con la convinzione che l'istruzione in quanto tale educhi e quindi ci rende più civili. C'è stato un tempo non lontano in cui si pensava che l'istruzione consisteva nell'assimilare un insieme di nozioni, è tutt'altro. Istruirsi in ogni campo vuol dire stabilire un legame con quanto è stato pensato, scritto e fatto d'importante prima di noi. Educare vuol dire costruire un'identità, la nostra, quella della nostra famiglia, quella del nostro popolo. Educarsi vuol dire permettere di essere accompagnati nell'impresa da un adulto, sia esso papà o mamma, sacerdote o suore, allenatore, insegnante ecc...L'ideologia dominante si fonda su la delegittimazione del passato, sull'attacco a tutti i suoi valori, sul discredito di ogni tradizione.
L'educazione è sempre dare una visione del mondo che spesso è più grande del nostro.