Siete tutti fratelli
Carissimi
Papa Francesco ha intrapreso il viaggio apostolico in Iraq, terra martoriata, terra di Abramo grande patriarca e padre della fede di tre grandi religioni monoteiste: la Cristiana, l'ebraismo e l'islam. Proprio quest'anno il Papa ci ha donato l'Enciclica "Fratelli tutti" e si può dire che questo pellegrinaggio che si tiene dal 5 all'8 marzo è proprio nella logica di questa Enciclica perché anche il motto che prepara la visita del Papa dice "siete tutti fratelli". Questa visita è anzitutto un messaggio di pace che il Pontefice porta nel suo primo viaggio all'estero dall'inizio della pandemia, ha scelto un paese che ha un assoluto bisogno di pace e speriamo che la visita del Papa porti proprio pace, gioia e speranza in una terra sempre offesa da violenze e guerre. Il numero dei cristiani in Iraq si è ridotto notevolmente, vent'anni fa si parlava di circa 1,5 milioni di cristiani oggi si parla di 250. mila. Molti sono andati via a causa della instabilità politica del paese, molti perché stufi della violenza. In questa zona le distruzioni sono normali, ma le più violente le hanno fatte i miliziani dell'Isis. I cristiani dell'Iraq dicono che c'è bisogno che il mondo sappia cosa hanno subito dall'Isis, cosa hanno sofferto in questi anni. Sostegno in questa sofferenza è stata la Chiesa, senza il suo aiuto economico, dicono gli abitanti, non sarebbero sopravvissuti e certamente non avrebbero potuto ricostruire le loro case. La visita di Papa Francesco costringerà il mondo a guardare di nuovo in questa direzione. E' bello sapere dalla voce delle suore, dei sacerdoti e dei cristiani che li vi abitano che nonostante quello che ci hanno fatto non proviamo odio. Forse proprio questo non provare odio potrebbe essere la prima pietra di un ritrovato cammino di pace. Papa Francesco invita i cristiani dell'Iraq alla convivenza, forse proprio per questo che Lui ha avviato un dialogo con altri leader religiosi. Anche noi cristiani dell'occidente dobbiamo guardare con interesse alla visita del Papa in Iraq., perché anche da noi ormai siamo chiamati a convivere tra culture diverse, ad impegnarci per il bene comune, ad allontanare tutti quei fenomeni di corruzione visibili nel nostro paese e anche qui ad essere operatori di pace.