E' questione di educazione
Carissimi: "E' questione di educazione".
Willy Monteiro Duarte, "non c'entrava nulla con la rissa" ma "l'hanno massacrato a calci e pugni senza una plausibile ragione". La notte di domenica scorsa, "voleva mettere pace tra due ragazzi che litigavano", ma "gli sono saltati sul corpo anche quando era a terra inerme". Aveva il corpo scosso dalle convulsioni, respirava a fatica. Una ragazza ha provato a rianimarlo, per lui non c'è stato nulla da fare.
E' questa una situazione di ordinaria violenza che è capitata a Colleferro, ma potrebbe capitare in tutti i paesi della nostra Italia compresa la nostra Nova. Io dico da parroco, meno male che finora non è mai capitato qui. Di fronte a questo fatto, si può dire chiudiamo le palestre? Chiudiamo i parchetti? Chiudiamo la piazza? Chiudiamo tutti gli angoli del paese più o meno scuri? E poi? Carissimi novesi non è chiudendo che si risolve il problema, ma si può cominciare a risolvere il problema educando e qui ancora una volta dico: ci sia un patto educativo tra il civile, l'oratorio, la scuola, le società sportive, questa ordinaria violenza è un problema di tutti senza dimenticare che la prima scuola è quella della famiglia. Gli stili di vita, questi stili di vita non sono solo dei giovani, purtroppo è diventato costume anche di noi adulti, di più anche di noi anziani. Diventa vero quello che si dice: noi italiani andiamo alla guerra come si va a una partita di calcio e andiamo a una partita di calcio come si va alla guerra. Io ho l'impressione che oggi siamo una generazione che porta sempre l'elmetto sulla testa, sembriamo in trincea contro tutti e tutto, contro qualche nemico che troviamo al momento pur di litigare. Io penso che i nostri ragazzi non sono più cattivi di quello che eravamo noi, solo che noi quando eravamo a casa da scuola, le ragazze andavano a imparare a cucire dalle suore o dalle sarte, i maschi verniciano i cancelli, le recinzioni, aiutavano i papà nei lavori allora tipici dei maschi. Non c'era noia perché c'era sempre qualcosa da fare e se no la tua mamma e il tuo papà lo inventavano per te, pur di non lasciarti in ozio, perché loro che non avevano cultura sapevano che l'ozio è il padre dei vizi e far diventare grande un figlio era bene che pur uscendo la sera come si fa anche oggi, potesse andare a letto stanco, non stufo, non annoiato. Questo modo di pensare è certamente datato, d'altra parte io sono un uomo del secolo scorso, datato ma non sciocco. Possibile che questi ragazzi e ragazze da giugno a settembre non abbiano impegni? Se sei senza impegni trovi anche impegni sbagliati. Non voglio giustificare nessuno, ma mi piacerebbe davvero che all'inizio dell'anno scolastico si possa dire ai nostri ragazzi impegnati perché se no difficilmente sarai promosso, invece anche quì l'oggi dice: vai a scuola intanto sarai promosso.
Concludo con una frase che non è mia e dice così:" La scuola sarà la seconda famiglia quando la famiglia sarà la prima scuola."