Una comunità non si forma dall’oggi al domani

Venerdì, 23 Giugno 2023

Carissimi 

una comunità non si forma dall’oggi al domani, cresce esattamente come cresce un bambino, occorre tempo per arrivare alla maturità e in questo cammino di crescita ci sono anche errori, stanchezze, malattie, fatiche.

Nella comunità c’è il bambino che cresce, l’adolescente con tutte le sue problematiche legate alla vita, l’adulto che cerca di realizzare i suoi sogni di quando era bambino e c’è anche l’anziano che potrebbe infondere saggezza. Sì, la vita umana è un grande viaggio, a volte pieno di tensioni e queste sono dovute spesso al rifiuto di crescere, perché la crescita di una comunità implica la crescita di ogni persona e le persone  devono fare la fatica di crescere. C’è sempre chi resiste al cambiamento, chi rifiuta l’evoluzione e vuole che le cose restino come sono sempre state. Nella comunità il cammino e fatto di continue scoperte, non sappiamo niente della strada che prenderemo, non è un viaggio su strade conosciute, non conosciamo neanche il tempo di percorrenza, forse non sappiamo nemmeno dove andiamo. Vivere in comunità non è mai facile, la sfida di una comunità che cresce è quella di adattare le strutture perché siano sempre al servizio della crescita delle persone. Nei nostri giorni si oppone spesso spirito a struttura, la sfida di oggi è quella di avere sempre delle strutture che servono alle persone di oggi. C’è anche un modo evangelico di esercitare l’autorità che è quello di saper discernere e amministrare le finanze e le strutture secondo il Vangelo, solo così l’autorità serve la vita della comunità. In comunità c’è una grande rete di relazioni ed esse implicano attenzione a tutti, nessuno escluso, soprattutto poveri, deboli, piccoli, questo può creare qualche difficoltà, a meno che si capisca che nella comunità non si possono avere solo delle pretese ma si deve anche essere capaci di qualche servizio. Quando le relazioni sono povere noi uomini normalmente ci difendiamo dietro la legge, il regolamento, l’amministrazione. E’ più facile chiedere di obbedire alla legge che amare le persone, ma questo non fa crescere nella  gratuità, nell’accoglienza, nel dono.

La comunità cresce nella quotidianità e il quotidiano è fatto di cose semplici spesso anche poco gratificanti.

Una comunità non vive solo di cose, deve avere anche una vita spirituale e questa va cercata e si devono aiutare le persone a viverla, questo è un passaggio difficile soprattutto in un tempo come il nostro dove la trasmissione della fede è diventata poca cosa e la fede stessa è poca cosa nella considerazione generale.

La comunità come ogni essere vivente rischia sempre la malattia e la morte, soprattutto quando l’autoreferenzialità è così esagerata che diventa malattia, per evitarle dobbiamo sempre essere aperti ai doni dello spirito.  In comunità qualche volta crea difficoltà anche il nostro carattere, il nostro temperamento che tende normalmente a imporre, non a proporre, quella della proposta è la strada più difficile perché chiede di essere illustrata, spiegata e poi condivisa o rifiutata, è sempre più difficile ascoltare e quindi spesso facciamo fatica ad avere una lettura comune e una valutazione vera nella realtà.  Vivere in comunità implica qualche sforzo, ma se ci stiamo diventa occasione per vivere bene e soprattutto vivere contenti, perché la felicità la fanno le relazioni, non la fa mai quello che possiedi.

 


don Luigi Caimi


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